Questa istituzione è quella che si dà da fare nel modo più aggressivo per gli interessi delle multinazionali e per difenderli. Questo significa anche opporsi alle norme internazionali per la protezione dei diritti umani e dell’ambiente.
Il WTO fu fondata il 1 gennaio 1995 e si prefigge di proteggere gli interessi dei proprietari di capitale e delle imprese nel commercio globale grazie ad accordi internazionali e può imporre questi accordi in tutto il mondo per mezzo di sanzioni commerciali. Ecco un esempio che può chiarire ogni dubbio: gran parte della popolazione europea è contraria all’impiego della tecnologia genetica nell’agricoltura e per la produzione di alimenti. Così l’UE aveva deciso inizialmente di non mettere in circolazione organismi geneticamente modificati. Ma gli USA sostennero che se in Europa questi prodotti non fossero stati commercializzati le loro multinazionali avrebbero guadagnato 500 milioni di dollari in meno. Così sporsero querela al tribunale dell’WTO, il quale emise la sentenza che se l’UE non commercializzava questi prodotti sarebbe andata incontro a pesanti sanzioni. E CHI SE NE FREGA COSA AVEVA DECISO LA POPOLAZIONE!
L’Organizzazione Mondiale del Commercio ha 151 paesi membri e, a differenza delle altre due organizzazioni della globalizzazione, ogni paese ha diritto ad un voto, anche se la maggior parte delle votazioni si conclude a favore dei Paesi ricchi. Per molti paesi poveri non è economicamente possibile partecipare alle numerose votazioni della commissione a Ginevra e nonostante le decisioni più importanti vengano vengano prese solamente durate la conferenza dei ministri dell’Economia e del Commercio, i rappresentanti dei Paesi poveri sono comunque svantaggiati. Infatti durante le conferenze non possono minimamente influire sui dettagli dei contratti messi ai voti. È ancora più problematico il fatto che molti di essi non hanno il coraggio di opporsi alle decisioni prese a causa della dipendenza che hanno alle nazioni sviluppate.
